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Raggiungere la vetta: oltre la paura della morte

Raggiungere la vetta: oltre la paura della morte

L’altra mattina alle 5:00 mio marito mi ha svegliato.
Mi ha detto: “Non comprendo cosa mi sta accadendo, sento profondamente che sto lottando con la paura di morire.”
Ho chiesto se sentisse dei segni di un malore nel corpo. Niente.
Ho domandato se ricordasse di aver sognato qualcosa che lo stava ancora turbando. Niente.
“Mi sono svegliato all’improvviso. Posso solo dire che sto lottando con la paura della morte.”
Ho risposto:”Va bene. Allora stiamo in ascolto e diamo spazio a questa paura.”
Gli ho chiesto di girarsi a pancia in giù ed ho iniziato a massaggiargli i due punti dove di solito abbiamo delle bellissime fossette, all’altezza dei reni. Poi ho proseguito massaggiando la zona del coccige.

Questi tre punti sono dei punti che, se stimolati con un massaggio, aiutano il rilascio delle paure. E’ possibile anche fare un automassaggio. Basta posizionarsi sul pavimento, magari utilizzando un materassino da yoga per non prendere freddo, portare le ginocchia al petto per migliorare l’aderenza al suolo di questa zona, e oscillare a destra e a sinistra in modo da stimolare la pressione del corpo contro il pavimento.

“Se il chicco di grano caduto in terra muore, produce molto frutto.” Giovanni, 12-24

Alle 5:40 la paura era dissolta e abbiamo potuto dormire serenamente ancora per un po’ stretti in un caldo abbraccio.
Non sapevamo ancora che, nello stesso frangente temporale, ma a qualche centinaio di chilometri di distanza, un carissimo amico stava vivendo la stessa esperienza, per prepararsi a fare il suo passaggio. Poche ore dopo scalava la vetta, oltre la paura della morte, per incontrare la sua nuova dimensione.

Siamo veramente tutti profondamente collegati e interconnessi.
Mi commuovo ogni volta che ho occasione di farne l’esperienza.

“Una nuvola non muore mai.” Thich Nhat Hanh

La paura della morte è connaturata nell’essere umano. E’ l’altra faccia della medaglia dell’istinto di sopravvivenza. E’ utile ed è sana.
Anche gli orientali temono la morte, contrariamente a quanto alcuni credono, tuttavia hanno appreso a contemplarla ogni giorno. Questa è la vera saggezza.
Cosa significa contemplare la morte?
Quando vivevo a Plum Village, una delle meditazioni che amavo di più in assoluto tra quelle proposte dal mio Maestro Thich Nhat Hanh, era la meditazione del chicco di mais.
I bambini erano invitati a farla con noi, tenendo un chicco di mais nella propria mano e contemplandolo.
“Guardando il chicco di mais, puoi dire se questo seme e la pianta che crescerà, quando esso sarà piantato nel terreno, sono la stessa cosa?
Pensa ora ad un’immagine di te di quando avevi tre o quattro anni.
Siete la stessa persona o siete due persone diverse?”

Queste parole erano sempre accompagnate da un grande sorriso, il sorriso della saggezza che affiora dal cuore di chi ha a lungo esplorato le grandi domande della vita.

E tu, sei la stessa persona di quando avevi tre anni?

Scritto da: Silvia Mecca

Formatrice e grief counselor. Il mio lavoro e la mia vita sono uno. Sono nel flusso e nel presente, nel mio tempo e in ogni momento.

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