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Stamattina sono andata dal veterinario.
Mila è ricoverata da 72 ore. Il 1 giugno 2018 sarebbe il suo sedicesimo compleanno. Forse non è nemmeno nata il 1 giugno. Quando l’abbiamo trovata, che era stata lanciata dentro il cortile di una casa e sembrava che nemmeno avesse voce per abbaiare, era fine estate del 2002.  La veterinaria disse che poteva essere nata ai primi di giugno, abbiamo scelto l’1. È stata il regalo per il dodicesimo compleanno di mio fratello.

I cani lasciano orme indelebili nel nostro cuore.

Il regalo più grande poi lo ha fatto lei a noi: quindici anni e mezzo di amore incondizionato, giochi sfrenati nei momenti di gioia, copiose leccate di faccia e testate –sì, testate!- nei momenti in cui ci vedeva piangere, lunghissime passeggiate meditative in mezzo ai campi per lasciare andare emozioni e pensieri o semplicemente per coltivare un’oasi di pace interiore. Lei era sempre lì, sempre disponibile.

Ieri faceva dei respiri ad intervalli talmente lunghi, mentre ero con lei, che per due volte tenendole la mano sulla testa, ho pensato:”È morta!”

7,6,5,4,3,2,1 ed iniziava faticoso l’inspiro successivo. Oggi era più calma e anche più presente, ma come ha detto la veterinaria:”Quello che le stiamo dando terrebbe vivo anche un cadavere!”.

Qual è il momento di smettere di tenere vivo un cadavere?
Se senti che sta soffrendo, è giusto aiutarla ad andare praticando l’eutanasia?
Sono domande difficilissime per noi umani, figuriamoci per un animale che non può esprimere la propria opinione.
“Mila, come vorresti morire? Mila, cosa ti fa male? Mila, cosa stai pensando in questi giorni? Vorresti tornare a casa e passare gli ultimi momenti nella tua cuccia o per te va bene essere sotto controllo medico? Lo sai che non ti abbiamo abbandonata? Lo sai che sei qui solo per sapere quanto è grave la tua condizione? E se ti riprendi ma comunque continui a fartela addosso, a mala pena arrivi alla ciotola per mangiare, dormi quasi tutto il giorno e non reagisci neanche quando arriviamo e ti chiamiamo, a te va bene?”

Finchè non hai amato un animale, una parte della tua anima sarà sempre senza luce. - Anatole France

Le mie lacrime stamattina bagnavano il pavimento e il suo muso. Ho trovato una veterinaria con un cuore grandissimo, siamo state in ginocchio vicino al cane per un tempo che mi è sembrato infinito, parlando degli esiti degli esami e di tutti i possibili scenari. Alla fine mi ha detto:”Comprendo che dovete tutti essere d’accordo su come procedere perché altrimenti nella vostra famiglia si apre una voragine.” È proprio così. Se anche solo uno di noi non è pronto a dire “Sì” alla sua morte, saranno stati gli altri a non aver fatto di tutto per salvarla. Ed è proprio così, non siamo ancora tutti pronti a lasciarla andare e lei, fedele come sempre, resiste.

Ho chiesto di restare ancora un po’di tempo con lei. Volevo continuare la nostra pratica di ricordarle tutte le cose meravigliose che ha fatto per noi. “Mila, ti ricordi di quella volta che all’Idroscalo hai inseguito la guardia a cavallo? Quanto ci siamo divertiti insieme! Mila, grazie! Grazie per essere stato il cane migliore del mondo. Grazie per tutto il tempo che abbiamo vissuto insieme e per tutto il senso di protezione che ci hai dato. Mila, se vuoi andare per me va bene. Hai fatto tantissimo per noi e te ne saremo grati per tutta la vita. Continuerai a vivere per sempre nei nostri cuori e in tutti i nostri ricordi! Vai, bella, vai! Ti aspetta la libertà! Ti amo tanto! Grazie, Grazie, Grazie!”

Ciò che abbiamo sperimentato almeno non una volta non sarà mai perduto; tutto ciò che abbiamo amato profondamente diviene parte di noi.
 – Helen Keller

Scritto da: Silvia Mecca

Formatrice e grief counselor. Il mio lavoro e la mia vita sono uno. Sono nel flusso e nel presente, nel mio tempo e in ogni momento.

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